East Side Gallery, 1990. Susanne Kunjappu-Jellinek è una degli artisti che hanno partecipato alla rivisitazione artistica dei blocchi del muro ancora in piedi.
Spettacolo emozionante, malinconico, triste e liberatorio.
L’interpretazione sorge spontanea: celebrare il memoriale della vita e liberazione dal regime “giocando” con il concetto di vita. Il CURRICULUM VITAE è rappresentato visivamente dallo scorrere degli anni: anni di oppressione e morte prima; anni di liberazione e libertà dopo. Un’idea particolarmente affascinante, condita da un puro ottimismo e dall’euforia di quel momento storico.
Immaginiamo di voler riprodurre oggi il medesimo concetto. La rappresentazione visiva dello scorrere del tempo come “metro” per ripercorrere le oppressioni subite e le libertà acquisite.
Le conquiste di libertà non saranno mai paragonabili al senso di liberazione vissuto dai berlinesi nel 1989.
Tuttavia e forse, oggi la libertà reale o presunta è talmente totale da risultare paradossalmente assente.
E’ dunque il senso della parola “libertà” ad essere cambiato o lo è chi attribuisce a tale parola il suo significato?
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